Le Miniere di Rio si trovano all’interno della Riserva di Biosfera Isole di Toscana, un riconoscimento dell’Unesco ottenuto grazie al Programma MAB nell’anno 2003, riconfermato poi nel 2015. Sono situate nella parte orientale dell’Isola D’Elba, in particolare nel Comune di Rio tra Rio Marina e Cavo. Sono un esempio per eccellenza della storia mineraria su tutto il territorio elbano. Sull’isola abbiamo due miniere visitabili: quelle del Ginevro a Capoliveri (con visite guidate sia a cielo aperto che in galleria) e quelle di Rio. Ci sono diverse attività da poter svolgere, è possibile visitare il Museo Minerario presente direttamente a Rio Marina con una esposizione importante di minerali ed il Museo Civico Archeologico di Rio Nell’Elba, con una bellissima collezione di minerali della Gente di Rio ottenuta nell’anno 2009 ma non solo.
La Storia delle Miniere di Rio
La zona di Rio Marina, come quella di Capoliveri, è stata sempre molto sfruttata – dai tempi degli etruschi fino alla chiusura delle miniere nel 1981– per scopi minerari, a causa della forte presenza di minerale di pirite, ematite e, in misura minore, di limonite nel terreno. A differenza che nelle miniere di Capoliveri, nel territorio circostante Rio Marina le miniere sono a cielo aperto. I cantieri principali erano due: la Miniera di Rio, situata a nord-ovest rispetto all’abitato che arriva fino a Monte Giove, e la Miniera di Rioalbano, situata circa dieci chilometri a nord. Inoltre a sud del paese si trovavano le Miniere di Ortano, Terra Nera e Capo Bianco. Il cantiere più a nord è quello delle Fornacelle, il quale si trova leggermente distaccato rispetto agli altri cantieri della miniera. A sud delle Fornacelle si trova il cantiere più grande della miniera, detto del Monte Calendozio (oltre che in epoche antiche è stato sfruttato per oltre 100 anni fino agli anni ’70 del XX secolo quando il filone si è esaurito). Altri cantieri erano quelli di Venezia, Puppaio e Pistello. Il cantiere delle Conche è il cantiere più a sud della miniera di Rioalbano che si distingue dagli altri per la presenza di un piccolo lago rimasto sul fondo dello scavo, caratterizzato da un colore rosso intenso dovuto agli ossidi di ferro.
Vi sono testimonianze significative di un insediamento neolitico anche se mancano i particolari circa l’inizio dello sfruttamento dei giacimenti ferriferi. Gli etruschi iniziarono lo sfruttamento delle miniere, sia a cielo aperto che direttamente all’interno delle gallerie, già a partire dall’VIII secolo a.C. e all’escavazione del ferro si accompagnò un’intensa attività siderurgica di cui rimangono i resti di numerose fornaci, i cosiddetti forni fusori. Le fornaci erano delle cavità scavate nel terreno e foderate di argilla sormontate da una struttura cilindrica di un metro e mezzo con dei fori fondamentali per la fuoriuscita dell’aria. Populonia, situata in Piombino, era il centro di controllo per la lavorazione del ferro elbano e, nonostante ci fossero in quel periodo numerosi scontri tra greci, siracusani ecc., Populonia viveva indisturbata.
Con l’età dei metalli abbiamo maggiori tracce più evidenti sul territorio orientale. Ne è un esempio la Grotta di San Giuseppe a Rio Marina, di origini naturali, fondamentale per quanto riguarda l’età del rame. Furono trovati i resti di circa 90 individui sepolti. Sono state ritrovate varie armi e questo ci fa capire che si erano attrezzati per difendersi da coloro interessati al rame. In più sono stati recuperati ed analizzati resti ossei e ceramiche. Dai resti ossei capiamo che ci sono state delle lotte per difendere il ferro, dalla struttura ossea analizzata si è capito inoltre che godevano di ottima salute non avendo malattie scheletriche. Le ceramiche ritrovate invece hanno fatto capire che era iniziata la commercializzazione tra i popoli. I resti della grotta ad oggi sono visibili direttamente presso il Museo Civico Archeologico di Rio Nell’Elba.
La coltivazione dei giacimenti proseguì poi in epoca romana, così come l’attività siderurgica. Dai loro resti possiamo dire però che i romani non erano così bravi quanto gli etruschi per quanto riguarda la lavorazione del ferro. Purtroppo è con i romani che inizia la schiavitù mineraria nelle provincie imperiali.
Le miniere furono sfruttate successivamente nel Medioevo dai Pisani che costruirono nell’attuale zona degli Spiazzi un grande recinto per l’accumulo del minerale. Nel sito sorsero i primi edifici posti al servizio dei venario. La popolazione continuava a vivere a Rio Alto dove, fino alla metà del Settecento era suddivisa in tre differentia: cavatori, contadini e marinai. Poi il vecchio borgo collinare perse la terza differentia che si spostò sul mare dando vita alla comunità rio marinese, in quella che allora era la Marina di Rio. La terza differentia venne così ad assumere nell’economia riese un ruolo predominante. I cavatori rimasero una minoranza subalterna, almeno fino alla fine dell’Ottocento. Qui, nella scala dei valori, un marinaio godeva di maggior prestigio rispetto ad un minatore, perché il mare contava di più della miniera.
La marineria riese, che nel rapporto uomini/navi non aveva nulla da invidiare a quella ligure, entrò in crisi con l’avvento del vapore e anche i velieri di Rio Marina si avviarono gradatamente a scomparire: da prima vennero relegati al piccolo cabotaggio e poi trasformati in chiatte per il trasporto del minerale. Gli armatori non si arresero. Alcuni, infatti, lasciarono l’Elba e si stanziarono nei grandi porti del Mediterraneo (Genova, Marsiglia, Barcellona), mentre quelli che decisero di rimanere trasferirono i loro interessi dall’ambito marinaro a quello minerario. Fra i rappresentanti di questa élite ricordiamo Giuseppe Tonietti, un vecchio armatore e comandante lui stesso dei propri bastimenti, che nel 1888 diviene affittuario delle miniere. I rapporti tra il Tonietti – il sor Giuseppe – e gli operai ricalcavano quelli che il lupo di mare stabiliva con i suoi equipaggi: padrone e patrono. Le sue decisioni erano insindacabili.
Con la spinta delle miniere, il paese vide una forte crescita demografica, fino a raggiungere l’apice alla fine del XIX secolo, quando possedeva una delle migliori flotte della penisola ed era diretto da uomini economicamente forti e politicamente determinati. È di questo periodo la costituzione del comune autonomo: per celebrare l’occasione, sulla cima della torre ottagonale, ormai inutilizzata, venne costruita una torretta con l’orologio, dando al monumento l’aspetto attuale. A cavallo del 1900 il paese visse una profonda crisi, che terminò quando la Società ILVA ottenne il possesso dell’intera catena produttiva delle miniere di Rio, dall’estrazione al trasporto. Furono momenti di ricchezza per il paese, ma le condizioni di lavoro in miniera erano proibitive: turni di dodici ore in un ambiente malsano, con la povertà degli operai che costringeva anche gli anziani e le donne a lavorare. In questo periodo giunsero a Rio le nuove idee socialiste ed anarchiche e nacque nel 1904 la sede locale del Partito Socialista Italiano. Passata la stagione paternalistico-familiare dei Tonietti (1899), le masse lavoratrici acquistarono consapevolezza della loro forza e del loro ruolo propulsivo tanto che ci furono grandi scioperi nel 1911 i quali videro uniti minatori e marinai contro i dirigenti delle miniere (anche se non ebbero il successo desiderato), un’alleanza che si è ripetuta fino ai giorni nostri. Con l’avvento delle nuove tecnologie, le miniere subirono un brusco ridimensionamento, fino alla chiusura definitiva nel 1981. Dopo la chiusura delle miniere, l’attività estrattiva ha lasciato il passo allo sviluppo turistico, trasformando così Rio Marina in una fiorente località balneare. Purtroppo recentemente, a seguito di una forte mareggiata del 28 ottobre 2018 è crollato il vecchio pontile, detto “Ponte di Vigneria“, utilizzato in passato per l’imbarco del minerale ferroso sulle navi cargo dirette a Piombino.
Oggi, il 4 Dicembre di ogni anno, viene celebrata a Rio Marina, grazie all’Associazione Carlo D’Ego, la cerimonia in onore di Santa Barbara, patrona dei marinai e dei minatori e del paese stesso, che nella sua storia è fortemente legata a queste figure. Viene organizzata una vera e propria festa in ricordo delle miniere e della vita dei minatori, con tante foto antiche in esposizione che ci fanno capire come era la vita a quei tempi ed infine ma non meno importante viene cantata la tipica “canzone del cavatore”.
Qualcuno dice che qui la cultura è venuta dal mare, ma è stata forgiata nelle miniere di ferro.
Le attività che si possono svolgere all’interno delle Miniere di Rio
All’interno del Parco Minerario di Rio Marina si possono svolgere diverse attività adatte sia per le famiglie con bambini piccoli sia per gli amanti della geologia. Come si può vedere dal sito del Parco delle Miniere di Rio Marina si può:
- Prenotare una visita guidata ad uno dei più antichi cantieri minerari dell’Isola d’Elba dove, dopo una breve descrizione storica e geologica, ci si potrà dedicare alla ricerca di campioni dei principali minerali dell’Elba orientale come l’ematite, la pirite, la goethite e il quarzo. All’ingresso del cantiere, inoltre, si potrà vedere un vero gioiello di archeologia industriale: la laveria, dove, un tempo, avveniva il lavaggio del minerale. (è compresa anche la visita al Museo Minerario di Rio Marina);
- Partecipare al laboratorio didattico del Parco Minerario, situato a ridosso dei cantieri minerari, il quale è dotato di apparecchiature multimediali, strumentazioni tecniche e materiale da laboratorio. Qui si potrà partecipare ad attività sperimentali e assistere a dimostrazioni pratiche che aiuteranno nella comprensione del complesso mondo della geologia, della botanica e della biologia marina. Nei mesi di Luglio e Agosto viene organizzato ogni giovedì il laboratorio didattico per le famiglie con bambini piccoli che consiste sia nella visita al museo che al Cantiere Bacino per la ricerca dei minerali studiati precedentemente;
- Scegliere tra diverse visite guidate, come naturale prosecuzione della visita del Museo Minerario. Potranno essere scelti numerosi percorsi attraverso i quali riuscirete a cogliere tutti gli aspetti più importanti dell’ambiente minerario, dalle tipologie di minerali allo stile di vita in miniera. E’ possibile scegliere 2 tipi di percorsi: il percorso con il trenino, grazie al quale è possibile effettuare il tour delle aree minerarie a cielo aperto comodamente seduti a bordo di un trenino su gomma. Il giro dura ottanta minuti e conduce attraverso i principali cantieri della miniera di Rio. Lungo il percorso si rinvengono i resti di edifici ed attrezzature utilizzati in passato per l’attività estrattiva; oppure il percorso adventure, un’incredibile avventura a bordo di un vero mezzo militare, un VM90, 8 posti, che vi condurrà attraverso suggestivi percorsi off-road alla scoperta dei cantieri minerari e alla ricerca dei più famosi minerali elbani. Sono organizzati inoltre dei trekking, oltre al classico percorso con il trenino, per le scolaresche ed i gruppi;
- Visitare il Museo Minerario di Rio Marina, situato nel centro del paese, il quale vanta una delle più importanti collezioni di minerali di tutto il territorio elbano ed ospita inoltre delle fedeli ricostruzioni di alcuni degli ambienti di miniera, tra cui un piccolo tratto di galleria, realizzate da esperti di archeologia industriale utilizzando il materiale originale e gli strumenti da lavoro rinvenuti nei vecchi cantieri. Qui si può scoprire la storia geologica del territorio elbano; il Museo Civico Archeologico del Distretto Minerario di Rio Nell’Elba, situato a Rio nell’Elba, più precisamente in località “Barcocaio” , chiamata così in maniera particolare perché sorge nel luogo dove crescono diversi albicocchi, nel vernacolo riese detti appunto “barcochi”. Si trova in una posizione molto suggestiva, in quanto l’edifico si affaccia con le sue vetrate sulle colline degradanti verso il mare. E’ incentrato sulla storia dell’Elba Orientale, dalla Protostoria fino all’età contemporanea. E’ strutturato su due livelli, un piano terra ed un soppalco, attraverso i quali si ripercorre la storia in senso cronologico dal Rame al Medioevo. Le teche inoltre situate al suo interno riprendono gli stessi colori rossastri del minerale grazie all’utilizzo dello stesso metallo dall’aspetto rugginoso. E’ importante ricordare che nel 2009 il Museo ha ottenuto la Collezione dei minerali elbani della Gente di Rio: una raccolta di notevoli campioni di minerali di esclusiva provenienza elbana, formata dai pezzi che alcuni appassionati collezionisti riesi, selezionandoli quando ancora le miniere erano in attività, hanno deciso di rendere visibili a tutti grazie al museo stesso. Infine si possono trovare esposti i famosi resti descritti in precedenza che furono trovati nella Grotta di San Giuseppe.
Ai giorni nostri
Come avete potuto leggere le Miniere di Rio hanno veramente tanto da offrire. Si possono svolgere tantissime attività, dai percorsi con il trenino, con la jeep, ai trekking, ai percorsi in mountain bike e ai vari laboratori didattici organizzati per i più piccoli. Si possono, inoltre, incontrare durante il tragitto delle specie animali come il cinghiale, la pernice rossa, la lepre e non solo. Sembra di essere in un’altra realtà quando ci rechiamo alle miniere, trasmettono pace e tranquillità, come se per un attimo fossimo isolati dal resto del mondo, è qualcosa di unico nel loro genere. Rio Marina coesiste con i resti di quelle che erano le famose miniere dell’Elba Orientale, vivono in perfetta armonia passato e presente, si possono ammirare le mille sfumature di colore che il territorio ci offre, dal rosso delle miniere, al giallo dello zolfo, al verde degli alberi circostanti fino ad arrivare al grigio brillante del ferro stesso.
Tra i diversi progetti che vengono portati avanti dobbiamo ricordare soprattutto uno in particolare, quello ovvero dell’avvio all’iter per quanto riguarda la candidatura delle miniere elbane a Patrimonio Mondiale dell’Unesco. La procedura sarà lunga e complessa, è stato istituito un comitato tecnico scientifico che seguirà la candidatura delle Miniere dell’Elba a Patrimonio Mondiale dell’Unesco e vede uniti i sindaci dei Comuni di Capoliveri, Porto Azzurro e Rio.
“Oggi – spiegano i Sindaci delle tre comunità minerarie – siamo chiamati ad un grande atto di responsabilità. Abbiamo un grande tesoro da preservare, promuovere e al tempo stesso proteggere. Le miniere dell’Elba sono un esempio unico nel loro genere, della grande opera dell’uomo e del suo impatto sull’ambiente naturale. Il ferro veniva estratto già all’epoca degli Etruschi, l’isola era conosciuta, ovunque, nel mondo di allora, perché riserva inesauribile di minerale che qui veniva estratto e lavorato nei forni sempre accesi. Da qui il suo appellativo di “Isola dai Mille Fuochi”. Nei secoli l’estrazione del ferro è stato un grande bisogno per i popoli. Oggi quel che resta delle miniere è quanto realizzato nel ‘900 e rappresenta il valore di un popolo che ha lavorato, sudato, dato la vita in queste terre che sono simbolo di un’Italia laboriosa, di una realtà che non c’è più, ma che è storia e cultura che vanno tramandate ai posteri.”
“Crediamo – commentano i primi cittadini di Rio, Capoliveri e Porto Azzurro, Marco Corsini, Walter Montagna e Maurizio Papi – che solo attraverso la candidatura delle miniere a patrimonio mondiale dell’umanità sarà possibile riconoscere a livello universale il valore di questo incredibile sito, unico nel suo genere e identità di un’isola. Un comitato tecnico scientifico affiancherà i comuni nella preparazione della candidatura. I cittadini potranno seguire presto il percorso per la candidatura delle Miniere dell’Isola d’Elba a Patrimonio Mondiale Unesco sul sito web che è in fase di allestimento. Un iter che offrirà ulteriore visibilità a tutto il nostro territorio insulare a livello nazionale ed internazionale contribuendo a rafforzare il concetto di un’isola che è mare, natura, storia, tradizione e cultura, insomma una terra a tuttotondo ancora da scoprire nella sua infinita bellezza.”
Oltre a questo bellissimo progetto è in corso d’opera anche un bel progetto per quanto riguarda le stesse Miniere di Rio. Il Comune di Rio ha intenzione di restaurare ed aprire al pubblico una tra le bellissime gallerie di cui dispone l’esteso territorio minerario di Rio, la Galleria del Rosseto. Tra l’altro nella galleria erano già stati effettuati dei sopralluoghi ed il Parco minerario aveva già comunque ipotizzato di poterla riaprire e rendere fruibile. Presto vedremo aperta anche nelle Miniere di Rio una galleria, che darà un valore aggiunto alle stesse miniere per coloro che la visiteranno, in quanto ad oggi erano solo visitabili i cantieri a cielo aperto.
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