Il 4 luglio da Marina di Campo, famosa per la spiaggia più lunga dell’isola d’Elba, ha avuto inizio l’evento “Mare patrimonio esauribile” un appuntamento unico per scoprire il delicato rapporto tra uomo e mare all’interno della Riserva della Biosfera Isole di Toscana. Ad una escursione di snorkeling, per ammirare le bellezze dei fondali, è seguito un dialogo nel porticciolo di Marina per conoscere meglio il mestiere del pescatore e per capire come la pesca artigianale se valorizzata, possa rappresentare un’attività sostenibile sia dal punto di vista sociale che ambientale. Due Young Reporter hanno avuto l’occasione di partecipare a questo pomeriggio emozionante tra storia, natura e divertimento.
Snorkeling a Galenzana
Dopo l’incontro con le guide del parco e gli altri partecipanti all’evento ci siamo diretti a piedi dal porticciolo di Marina di Campo verso la spiaggia di Galenzana. Il percorso attraversa un tratto di costa particolarmente affascinante incorniciato da terrazzamenti in cui fino alla seconda Guerra Mondiale erano presenti vigneti, oggi sostituiti da ulivi. Nel tragitto le nostre guide con grande passione ci raccontano la storia dell’isola, della sua popolazione e delle meraviglie naturali che ospita.
Immersa nella natura, la spiaggia molto più intima della precedente, è un piccolo paradiso accogliente nascosto tra le rocce e la rigogliosa vegetazione. Fin da subito colpisce per la sua particolare alternanza tra la sabbia fine e sassi scuri che, le guide ci spiegano, sono i residui delle colate dell’epoca Romana. La spiaggia di Galenzana in passato era infatti utilizzata perché i grandi boschi che la circondavano erano utilizzati per alimentare le fornaci, fondere il materiale ferroso ed estrarre quindi i minerali. Ma non è l’unico elemento che si ricollega alla storia di questa spiaggia, spostando lo sguardo verso la fine si può infatti scorgere ancora una parte del vecchio porto militare fortificato che ad inizi 900 fu costruito a difesa della baia
Una volta immersi nuotiamo curiosi di cosa incontreremo durante l’ora che passeremo in acqua. Una cosa che notiamo subito è la grande presenza della Posidonia una pianta che dalla terra ha deciso di spostarsi in acqua e che svolge importanti ruoli: crea un habitat unico per tantissime specie, protegge dall’erosione e sequestra l’anidride carbonica.
Un’altra particolarità è sicuramente l’acqua estremamente bassa che ben si presta per praticare snorkeling e scoprire la grande quantità di pesci che abitano in queste acque cristalline tra cui: Triglie, Peperoncini, Bavose, Latterini, Castagnole,Tracine, Ricciole, Spigole, Aguglie e Muggini.
Nuotando tra piante e rocce abbiamo avuto occasione di ammirare alcune di queste come l’anemone di mare, affascinante per i suoi colori, per il suo oscillare seguendo le correnti e perché è la casa di una specie di piccoli gamberetti chiamati “Gamberetti fantasma freccia“. Questi vivono in simbiosi con tali polipi nutrendosi dei loro scarti e tenendoli puliti ricevendo in cambio protezione dai tentacoli urticanti cui sono immuni.
Stelle di mare, giovani barracuda, ricci, un’orata, occhiate, ed infine triglie e salpe che collaboravano per cercare del cibo, sono stati tra i grandi incontri fatti durante la nostra nuotata. Pur essendo alta stagione per il turismo in questo luogo incontaminato abbiamo avuto la fortuna di ammirare da vicino il delicato mondo marino fatto di equilibri.
Pesca Artigianale e Sostenibile
Terminata la prima parte dell’evento ci siamo incamminati nuovamente verso Marina di Campo per guardare il mare con gli occhi di chi lo vive tutti i giorni: i pescatori.
Arrivati al porto siamo stati accolti dalla moglie di un pescatore di Marina che ci ha raccontato lo strano rapporto tra elbani e pesca: gli abitanti dell’isola infatti non nascono come pescatori ma, al contrario, erano grandi agricoltori, vignaioli e cavatori.
Da dove provengono quindi gli avi dei pescatori Campesi e da quando la pesca è iniziata ad essere una delle attività principali?
La pesca diventa così importante in due momenti: negli anni venti e poi a partire dalla Seconda Guerra Mondiale grazie all’immigrazione Ponzese. Alcuni pescatori di Ponza infatti, vogando e veleggiando volevano raggiungere la Sardegna che era considerata una zona ricchissima per l’abbondanza di pesce. Per farlo passarono dalla costa per quello che al tempo era considerato il “triangolo d’oro” ovvero Pianosa, Elba e Montecristo. Sbarcati nell’isola rimasero colpiti dalla grande quantità di pesce. Dapprima si fermavano sull’isola per le stagioni di pesca poi dal secondo dopoguerra molti decisero di trasferirsi all’Elba e iniziare qui una nuova vita.
Da quel momento la pesca divenne attività integrante della vita a Marina di campo insieme alla produzione di vino, all’agricoltura e all’estrazione dei minerali.
Ma che tipo di pesca era ed è quella svolta?
Una pesca tradizionale ed artigianale ma anche sostenibile sia per le reti utilizzate sia per la grande attenzione e rispetto delle regole che si presta. Basti pensare che oggi la maglia delle reti da pesca è tale da non rischiare di prendere i pesci troppo piccoli e da qualche anno è anche stato introdotto l’utilizzo di ami particolari che non siano rischiosi per le tartarughe di mare. inoltre le imbarcazioni di dimensioni ridotte non permettono di svolgere pesche troppo intensive.
I metodi di pesca in uso oggi sono:
- Pesca con rete da posta
- Pesca con il Palamito
- Pesca con il Tramaglio
- Pesca con le nasse da polpi che in inverno vengono affiancate dalle nasse per la pezzogna
Fino a qualche tempo fa esistevano anche tre tonnare sull’isola mentre oggi la pesca del tonno è vietata e se capita di pescare qualcuno viene ributtato in acqua e questo dimostra la grande sensibilità e attenzione verso il mare e i pesci.
Di grande interesse è stato assistere all’arrivo dei pescherecci, un evento che unisce e incuriosisce non solo i passanti ma soprattutto la vecchia generazione di pescatori che nonostante non lavori più, continua ad avere questo forte legame con il mare e la vita vissuta in acqua.
Oggi a Marina di Campo ci sono circa venti imbarcazioni molto caratteristiche e ben riconoscibili e il pescato in inverno viene portato a Genova, Roma e Livorno. L’estate invece l’intero pescato viene venduto sull’isola smistato tra i ristoranti, alberghi e la Cooperativa Acli Pesca che riunisce molti pescatori della zona. Noi ovviamente l’abbiamo anche assaggiato e dobbiamo dire che era veramente buonissimo!
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