L’Isola del Giglio, gioiello della Riserva della Biosfera Isole di Toscana, è sempre stata nel corso del tempo oggetto di desiderio e invasioni. Ecco perché, visitandola, è possibile ammirare le tre torri costiere: Torre del Saraceno a Giglio Porto, Torre di Campese e Torre del Lazzaretto appena a nord del porto. le Torri fungevano da guardiani dell’isola, sorvegliandola e proteggendola.
Le Torri sono strutture caratteristiche molto diverse fra di loro, ma che, come già detto, avevano un tempo in comune il compito di proteggere la popolazione dell’isola.
Le torri costiere sono infatti strutture fortificate, con funzione di avvistamento e difesa delle coste del Granducato di Toscana dalle incursioni via mare e dalle invasioni piratesche, molto spesso saracene.
La Torre del Saraceno a Giglio Porto
La Torre del porto, meglio nota come Torre del Saraceno, si trova sulla sinistra di Giglio Porto direttamente sugli scogli dove inizia il molo del faro rosso.
Il suo nome, come intuibile, deriva proprio da un’incursione saracena molto violenta, che la danneggiò.
La torre fu fatta costruire dal Granduca di Toscana, Ferdinando I de’ Medici nella seconda metà del XVI secolo.
Nel 1793 ebbe una ricostruzione di 4 piani mentre nel 1799 venne usata come ufficio delle dogane, e solo dal 2006 è usata come spazio espositivo.
La Torre di Campese
La Torre di Campese ha una storia abbastanza particolare: nel 1699 infatti venne scoperta, davanti alla baia di Campese, una secca corallina, sfruttata però senza licenza dai pescatori napoletani. L’episodio generò delle rimostranze diplomatiche del Granduca di Toscana Cosimo III nei confronti della corte di Napoli. Si rese necessario quindi costruire una torre che permettesse di vegliare sulla secca in modo da impedire lo sfruttamento illecito.
Ecco che nasce la Torre del Campese, struttura a pianta circolare che sorge su un grosso scoglio davanti alla spiaggia. Nel 1728 la secca fu ufficialmente concessa ai napoletani e la torre perse il suo scopo di difesa della pesca del corallo. Solo anni più tardi la Torre di Campese venne utilizzata per la difesa dell’isola: ospitava infatti una guarnigione a difesa dell’isola che aveva il compito di avvertire la popolazione con grandi fuochi dalla sua sommità dell’avvicinarsi del pericolo dal mare.
In due occasioni, nel 1753 e poi nel 1799, la torre subì il disastroso assalto dalle flotte dei pirati, l’ultimo respinto dai Gigliesi. Dismessa nel 1863, oggi è una residenza privata ed è parte del bellissimo panorama visibile dalla spiaggia del Campese, un quadro stupendo da ammirare, in particolar modo al tramonto.
La Torre del Lazzaretto
Situata lungo la costa orientale del Giglio a picco sul mare, la torre sovrasta la Cala del Lazzaretto. Fu costruita nella seconda metà del Cinquecento per volontà di Cosimo I de’ Medici con lo scopo di proteggere ulteriormente l’isola, in particolare il suo lato orientale, dalle continue incursioni dei predoni turchi.
I lavori di costruzione della torre di avvistamento però si protrassero per vari decenni, e fu ultimata solamente nel 1624. Durante i secoli successivi vi fu affiancata la struttura del Lazzaretto, della quale oggi rimangono solo le rovine, che fungeva da luogo di quarantena per i viaggiatori che avrebbero potuto diffondere epidemie. Proprio da quest’ultima struttura prende il nome sia la torre che l’attuale cala.
La particolarità architettonica della torre è l’arrotondamento degli angoli, che mette in continuità le pareti dei lati contigui. Le strutture murarie esterne, completamente intonacate, presentano alcune feritoie e finestre quadrangolari di dimensioni e altezze diverse. La parte alta culmina con un tetto di copertura a quattro fornici, che ha sostituito l’originaria terrazza sommitale, delimitata da parapetti, dalla quale le sentinelle effettuavano gli avvistamenti ed emettevano segnali luminosi in caso di allarme.
Proprio davanti a questa torre, nel 2012, affondò tragicamente la Costa Concordia. (Fonte: Giglioinfo.it)
Un altro guardiano, ma non è una torre: il Faro di Capel Rosso
Il faro, situato all’estremo sud del Giglio a punta Capel Rosso, è immerso in un luogo magico ed isolato, alla fine di un sentiero lastricato, circondato dalla natura, con scalini intagliati nella roccia.
Pensate che questo faro compare anche nel celebre film del 2013 “La grande bellezza” di Paolo Sorrentino. Il faro, con torre bianca esagonale, si poggia su un fabbricato a strisce bianche e rosse generando, insieme al paesaggio, un’atmosfera “silenziosa, solitaria e romantica”.
Fu inaugurato nel 1883 e venne realizzato dalla Marina Militare, all’epoca denominata Regia Marina. La struttura ospita anche una galleria interna e la luce generata dalla lanterna alla sommità produce quattro lampi bianchi ogni 30 secondi della portata di 23 miglia nautiche.
Due leggende sull’origine del nome “Capel Rosso”
La prima leggenda racconta del corsaro Khair al-Dīn, detto il Barbarossa. Anche chiamato il “Terrore del Mar Tirreno”, Barbarossa segnò la storia dell’isola in quanto nel 1544 mise a ferro e fuoco il paese, radendolo al suolo e deportando mille abitanti su mille e duecento lasciando, di fatto, l’isola spopolata.
La seconda leggenda invece narra di una ragazza di nome Marsilia, di origini senesi, conosciuta per i suoi capelli rosso fuoco con cui incantava chiunque. Anche a quell’epoca i pirati saccheggiavano frequentemente l’isola del Giglio e durante uno degli assalti rapirono la giovane donna portandola in dono al sultano. Grazie alla sua astuzia Marsilia, non solo riuscì a cavarsela ma conquisto anche le grazie del sultano, diventando lei stessa Rosella la Sultana. Diede alla luce tre figli vivendo a lungo e venendo rispettata e riverita prima come moglie e poi come madre del Sultano. Secondo alcuni in suo onore l’attuale promontorio venne chiamato “Capel Rosso”. (Fonte: La bellezza della carta)
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