Il Castagno, originario del Mar Nero, diffusosi in Europa grazie ai Greci prima ed ai Romani ebbe la sua massima diffusione nel corso del Medioevo, per lo più grazie all’operato degli ordini monastici, garantendo a molte popolazioni una componente essenziale per l’alimentazione (soprattutto sotto forma di farina) apportando la componente di amido in quei territori in cui il grano non riusciva a crescere per motivi climatici, ma anche per la carpenteria (il legno di castagno è eccellente per la paleria).
Allo stesso tempo bosco e frutteto, rappresenta un esempio emblematico del rapporto uomo e biosfera. Se infatti da un lato per secoli, ed in parte ancora oggi, i castagneti offrono risorse importanti alle popolazioni che vi vivono attorno, dall’altro la loro prosperità è strettamente correlata alla cura che le comunità hanno di questi “frutteti”, senza le quali tendono ad essere rapidamente sostituiti da altre specie arboree più resistenti. Un connubio perfetto, se si pensa poi che il castagneto offre un habitat ottimale per la prosperità di molte altre specie vegetali e animali.
Negli ultimi decenni i castagneti sono stati oggetto di gravi attacchi naturali, portati da funghi (il mal dell’inchiostro e il cancro corticale) e da un parassita “alieno” (la vespa cinese), che ne hanno minacciato profondamente la prosperità. In entrambi i casi è stato l’uomo a correre in supporto dei castagneti, impegnandosi in progetti di ricerca scientifica che in entrambi i casi sta portando a risultati soddisfacenti.
Nel Consiglio Direttivo del Parco del 1 giugno 2018 è stato rinnovato l’accordo tra l’Ente e il Dipartimento di Gestione dei Sistemi Agricoli, Alimentari e Forestali GESAAF (oggi DAGRI).- Università degli Studi di Firenze per il Monitoraggio delle condizioni vegetative dei castagneti elbani, analisi del loro valore ecologico e progettazione di interventi dimostrativi. Anche i castagneti elbani, dopo anni difficili, sono oggi oggetto di un incoraggiante ripresa, anche grazie all’impegno di una pluralità di attori locali e regionali. Le azioni di lotta biologica messe in atto dal 2014 ad oggi contro la “vespa cinese”, con l’introduzione sull’Isola di un insetto antagonista specializzato hanno portato a buoni risultati, superiori alle aspettative. Oggi i castagni dell’Isola mostrano generalmente una vegetazione rigogliosa grazie all’andamento climatico e alla riduzione dei danni causati dal parassita.
Il futuro dei castagneti è comunque strettamente legato all’importanza e al valore che le comunità locali e soprattutto le nuove generazioni daranno loro, non solo in quanto frutteto in grado di produrre castagne, ma anche quale luoghi di eccellenza, veri e propri giardini di biodiversità, dove poter svolgere attività didattiche, artistiche e ricreative. Un esempio positivo in tal senso si trova anche all’interno della Riserva della Biosfera “Isole di Toscana”, si tratta della rassegna “LA SETTIMANA DELLE CASTAGNE A MARCIANA”, dal 18 al 25 ottobre, organizzata dal Comune di Marciana, durante la quale, oltre a degustare le castagne è possibile fruire di un programma di iniziative finalizzate alla conoscenza e valorizzazione di castagneti tra cui trekking e visite guidate nei castagneti e nei borghi attigui, mostre fotografiche e presentazione di libri sulla castanicoltura, Laboratori per bambini, seminari ed incontri esperienziali. Il programma completo è disponibile su https://www.visitmarciana.it/