All’isola di Capraia, l’azienda agricola Arura promuove i saperi antichi della macchia mediterranea, coltivando i frutti di un profondo legame fra uomo e natura, all’interno della Riserva della Biosfera isole di Toscana.
Di Viola Viteritti
Arura, una parola che viene dall’antichità
Antico termine mesopotamico, conservatosi anche in età romana, “Arura” indica le unità di misura dei terreni.
Siamo raccoglitori, prendiamo in natura quello che la macchia ci offre, una flora unica sul pianeta, stagione dopo stagione. È un patrimonio troppo spesso sottovalutato. Lavoriamo mirto, lentisco, rosa canina, cardo sardo, finocchietto, fico d’India e fichi verdini (una specie indigena di Elba e Capraia). Lavoriamo tanto anche ciò che raccogliamo di rimasto dai grandi terrazzamenti della colonia penale (chiusa nel 1986, ndr), e adesso diventato selvatico. Abbiamo scoperto piante e frutti dimenticati, ormai senza mercato, come sorbe, giuggiole. Raccogliamo ciò che è edibile e lo trasformiamo in birre, liquori, grappe, sciroppi, ma anche marmellate, gelatine, preparati per la cucina e biscotti dolci e salati – racconta Susanna.L’azienda agricola nasce nel 2012 da Susanna Casini, insegnante, arrivata a Capraia nel 1975 e da allora legata profondamente all’isola. Adesso in pensione, lo scopo della nuova attività è recuperare i saperi conosciuti da bambina grazie al nonno, in campagna, e declinarli nelle straordinarie forme che l’isola permette. Tra tradizione e voglia di raccogliere dalla macchia il meglio che questa offre: bacche, fiori, frutti, radici.
Un nome beneaugurante
Era un desiderio della comunità da molto tempo ricreare questa attività ormai persa. Tutto sommato, aiutiamo le persone – non solo gli isolani, che ne hanno vissuto per tanto tempo, ma soprattutto chi viene da fuori e non conosce questo ecosistema straordinario, dagli incredibili profumi e sapori. Chi visita Capraia ha il desiderio di imparare a riconoscere una flora sempre verde, una continuità di colori da primavera a inverno.In questi primi dieci anni di vita, la piccola azienda si è consolidata.
Abbiamo aumentato le erbe che trasformiamo, che sono tante. Il progetto prevede miscele che riescono, e riuscivano un tempo, a unire i benefici della pianta a un sapore, una combinazione di profumi e sapori unica. Ma non siamo nella logica dei grandi numeri, che vorrebbe dire dipendere da un mercato esterno, che obbliga a produrre tanto. Noi, come raccoglitori, prendiamo quello che c’è. Se qualcuno cerca la marmellata di more a febbraio, gli dico di tornare ad agosto o settembre. Questa è la nostra caratteristica: diffusione e conoscenza delle straordinarie piante dell’isola.Imparare dalla natura: il rapporto con la biosfera
Per migliorare noi stessi, il nostro stile di vita e quello che di bello c’è per la nostra sopravvivenza. Essere raccoglitori ci ha liberati da obblighi chimici o di rinnovi di terreno. Lasciamo che la natura produca e ci beiamo di questa cosa.Se il mirto è la pianta più nota, soprattutto grazie alla Sardegna che ne ha tratto un rinomato liquore, Susanna sente più “suoi” elicriso e lentisco, due piante poco conosciute ma che hanno grandi proprietà alimentari, officinali e aromatiche.
Serve poca acqua per mantenerli e costituiscono la base importante della macchia cespugliata e alta. Mi danno tanta soddisfazione quando li raccolgo.La macchia mediterranea è stata, in passato, fonte inesauribile di sopravvivenza dell’uomo, e adesso questo sapere si è quasi perso.
Un sapere quasi perduto
Un esempio su tutti: l’olio di lentisco era la variante povera dell’olio d’oliva, lo usavano i gladiatori e gli schiavi, e serviva ad accendere le lucerne – con un odore che non tutti gradivano! La macchia mediterranea è unica, come la foresta amazzonica o le mangrovie, è il simbolo di questo angolo di pianeta, con i suoi splendori, profumi e sapori – dice Susanna.Di recente realizzazione, in collaborazione con l’Azienda agricola San Rocco e il Parco Nazionale Arcipelago Toscano, la realizzazione di un percorso botanico lungo un tratto dell’antica strada romana, dove hanno trovato classificazione, cura e ordine tutte le specie di piante che crescono selvagge sull’isola.