Con una superficie di 10,4 km Montecristo è la quarta isola in ordine di grandezza dell’Arcipelago Toscano e, trovandosi a 63 km di distanza dalle coste, è quindi la più lontana dal continente. Montecristo, disabitata e senza alcun tipo di servizio, è un vero e proprio scrigno di biodiversità nella Riserva di Biosfera Isole di Toscana, da proteggere e conservare.
Di Kelly Fontana
Montecristo: un modello virtuoso da seguire e tutelare
Riconosciuta Riserva Naturale Integrale nel 1971 con Decreto Ministeriale e Riserva Naturale Biogenetica nel 1988 dal Consiglio d’Europa, l’Isola di Montecristo – che comprende anche lo Scoglio d’Affrica – è tutelata al 100% a terra e a mare, nel raggio di un miglio intorno alla costa.
E’ inoltre inclusa nell’area protetta del Parco Nazionale Arcipelago Toscano e nel Santuario Internazionale dei Mammiferi Marini Pelagos. La sua gestione è affidata al Raggruppamento dei Carabinieri Biodiversità del reparto di Follonica, Con forte regolamentazione dell’accesso e divieto assoluto di balneazione e circumnavigazione. L’accesso dei visitatori viene gestito mediante prenotazione dal Parco nazionale attraverso il servizio InfoPark. Il trekking sull’isola è praticabile soltanto nei percorsi autorizzati e con accompagnamento di una Guida Parco. Queste severe norme di protezione hanno l’obbiettivo di preservarne le particolarità ambientali facendo così di Montecristo uno dei più importanti modelli di tutela della biodiversità nel Mar Tirreno.
La tutela della Berta Minore con i progetti LIFE
L’Isola di Montecristo è stata oggetto di due importanti progetti di tutela, finanziati dai fondi Europei e dal Parco Nazionale Arcipelago Toscano: “LIFE Montecristo 2010” e “Resto con Life“.
L’obbiettivo di questi due programmi? Eradicare il Ratto Nero, specie aliena presente sull’isola già dal secolo scorso, a causa dell’approdo delle navi. Il predatore stava compromettendo in maniera quasi irreversibile la sopravvivenza di specie di avifauna molto rara nel Mediteranneo e protetta dall’Unione Europea: la Berta Minore. Già dall’anno successivo all’eradicazione il numero di giovani Berte che hanno spiccato il volo per la prima volta da Montecristo è salito ad oltre 600 esemplari. Un tasso di sopravvivenza, quindi, dell’85% rispetto all’ 1-2% precedente. Questo risultato si può definire un grande successo di tutela della biodiversità all’interno della Riserva di Biosfera MAB Unesco.
La tutela delle Leccete e la collezione floristica
Sempre nell’ambito delle azioni dei progetti “LIFE Montecristo 2010” e “Resto con Life“, sull’Isola di Montecristo è stato realizzato un imponente lavoro di abbattimento e contenimento dell’ailanto, altra specie aliena, questa volta arborea. Quest’albero era stato, infatti, introdotto sul territorio intorno al 1800 con scopi puramente ornamentali. Trovando terreno fertile l’Ailanto continuò a riprodursi, a discapito delle piante autoctone. I Lecci, già sofferenti perché predati dalla Capra di Montecristo, subirono, infatti, una drastica riduzione della loro popolazione. L’Ailanto intanto occupava circa 250 ettari di terreno con quasi 100.000 esemplari. A seguito di interventi mirati, svolti dal Raggruppamento Carabinieri Biodiversità di Follonica, gli esemplari di Ailanto presenti sull’isola di Montecristo si sono però ridotti a poche decine di esemplari, costantemente monitorati per assicurarne il contenimento. Sulle vaste porzioni d’isola interessate dall’abbattimento sono stati ripiantati poi Lecci e macchia mediterranea, riprodotti per innesti o inseminazioni con semi provenienti da piante già presenti sull’isola. Nei pressi del museo è presente, infatti, di recente realizzazione una collezione floristica gestita dal Centro Nazionale per la Biodiversità Forestale del Reparto Carabinieri Biodiversità di Pieve S. Stefano, che conserva molti elementi della flora di Montecristo, compresi alcuni endemismi. La collezione è frutto di un’accurata raccolta di semi e di materiale di propagazione, che successivamente consentiranno la riproduzione di piantine.
La tutela della Capra di Montecristo
Sull’isola di Montecristo è presente, inoltre, una popolazione di capre molto speciali. Esse sono infatti le uniche capre viventi alla stato interamente selvatico fin da epoche antiche. L’animale si è perfettamente ambientato nell’habitat aspro dell’isola dove vive. Allo stato brado, i piccoli branchi cambiano composizione e numero nei vari periodi dell’anno e vengono costantemente monitorati. Attualmente il numero è di circa 200/250 capi. Queste si possano facilmente incontrare percorrendo una delle escursioni guidate del Parco Nazionale verso il Monastero. Una piccola comunità di 5 individui, 2 maschi e 3 femmine, vive invece al Bioparco di Roma con l’obbiettivo di osservarne il comportamento e favorirne la riproduzione.
Gli Young Reporter raccontano la Riserva di Biosfera delle Isole di Toscana
Solo visitando l’isola di Montecristo, che noi Young Reporter abbiamo avuto l’onore di esplorare durante l’inaugurazione dell’orto botanico, ci si rende conto di quanto sia importante il compito dei soggetti che operano all’interno della Riserva di Biosfera Isole di Toscana. Utilizzare le conoscenze, le tecnologie ed i finanziamenti per tutelare e preservare in maniera efficace la biodiversità è fondamentale. L’Isola di Montecristo, con i progetti LIFE, rappresenta il successo delle campagne di tutela della biodiversità e della biogenetica e un esempio virtuoso della responsabilità che l’uomo può esercitare nei confronti della natura.