La mostra sarà inaugurata il prossimo 27 luglio e proseguirà fino al 3 novembre 2024
L’isola più selvaggia dell’Arcipelago Toscano, nella Riserva della Biosfera MAB UNESCO Isole di Toscana, già scrigno di tesori naturalistici e paesaggistici protetti sta rilanciando il proprio borgo storico, investendo sulla cultura e sulla valorizzazione di un turismo di qualità, sostenibile e consapevole. Dopo la mostra : La Venere, il guerriero e altre storie di archeologia capraiese”., Capraia regala ai suoi visitatori ancora bellezza, con la nuova esposizione temporanea dal titolo “Capraia lungo le rotte antiche: relitti e reperti sommersi”, organizzata dall’Associazione APS “Amici della Chiesa di S. Antonio”, in collaborazione con il Comune di Capraia Isola, sotto la direzione scientifica della Soprintendenza ABAP di Pisa e Livorno e il Patrocinio del Parco Nazionale Arcipelago Toscano. I reperti sono visibili nella Chiesa di Sant’Antonio, che fa parte di un più’ ampio complesso che dal 1866 al 1986 è stato sede della direzione della Colonia agricola penale. Un edificio ben visibile del mare che si affaccia sul promontorio di Punta del Faro, dominando l’ingresso del porto di Capraia. L’iniziativa offre al pubblico oggetti che raccontano la storia antica di un territorio di frontiera e di conquista, isola dimenticata e avamposto allo stesso tempo, porto di mare e di rifugio, meta delle navigazioni di etruschi e romani, sotto la giurisdizione pisana poi e poi genovese, spazzata delle incursioni del pirata Dragut.
“Protagoniste della mostra – dicono gli organizzatori – sono le preziose anfore che risalgono alla Roma tardo repubblicana e all’inizio del periodo imperiale e venivano prodotte anche in Spagna, nelle regioni di Betica e Tarraconense. Un tempo contenevano vino e salsa di pesce (garum) ed erano trasportate lungo le principali rotte del Mediterraneo. Proprio il numero di questi reperti testimonia l’importanza dell’isola di Capraia come scalo commerciale ancora prima che diventasse un insediamento stabile. Per un lunghissimo periodo, che va dall’epoca etrusca fino a quella rinascimentale, lo scalo capraiese era infatti ampiamente utilizzato dal traffico commerciale del Mar Tirreno. Nel porto le navi potevano fare provvista di acqua e ripararsi dalle tempeste, per proseguire verso gli attuali territori della Liguria e del sud della Francia o verso le zone dell’Italia centrale. Parte dei reperti visibili in mostra provengono da recenti scoperte nella zona marina in cui è stato trovato anche il relitto di una nave che risale alla seconda metà del II secolo a.C. e vengono esposti al pubblico per la prima volta.”
L’esposizione è una bella occasione per riscoprire, dopo la decennale opera di restauro, gli spazi della ex Chiesa di S. Antonio, oggi sconsacrata e destinata a luogo di eventi ed esposizioni, tornati al loro splendore grazie al finanziamento dei fondi del PNRR Borghi che l’Amministrazione comunale di Capraia ha saputo ottenere. Il Comune ha infatti presentato un bel progetto di rigenerazione culturale e sociale che ha vinto il PNRR Borghi, Linea B, del Ministero della Cultura, classificandosi primo in Toscana e settimo a livello nazionale, per punteggio.
Il Comune ha saputo attivare sinergie tra la comunità isolana, associazioni culturali, enti del terzo settore e aprire a collaborazioni con l’Ente Parco Nazionale Arcipelago Toscano, l’Agenzia del Demanio, la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio. Tutti insieme hanno puntato tutto sulle peculiarità e unicità dell’isola, storico crocevia strategico sulle rotte dell’Alto Tirreno tra Toscana, Liguria e Corsica e luogo di fertili contaminazioni culturali, contribuendo a creare un’identità storico-culturale, territoriale e paesistica unica, riconoscibile e poco trasformata dai processi economici degli ultimi anni.
La mostra sarà inaugurata il prossimo 27 luglio, alle ore 16.00 e proseguirà fino al 3 novembre 2024.
Per ulteriori informazioni contattare: Arch. Franco Maffeis, tel.335435584 o Ing. Roberto Moresco 3357417733
Foto Associazione APS “Amici della Chiesa di S. Antonio”
Foto in testata _Di Luca Aless – Opera propria, CC BY-SA 4.0, httpscommons.wikimedia.orgwindex.phpcurid=51394529