Il 26 agosto 2022 viene inaugurato il nuovo museo della biodiversità dell’isola di Pianosa, ospitato all’interno della storica casa dell’Agronomo. L’edificio venne costruito nel 1875, per volere del governo Toscano, quando fu istituita la colonia penale agricola e riaperto al pubblico dopo tre anni di restauri dell’ente Parco Nazionale Arcipelago Toscano. Un viaggio raccontato dai nostri Young Reporter alla scoperta dei valori della Riserva di Biosfera Isole di Toscana e del rapporto di convivenza tra uomo e natura.
Di Kelly Fontana
Un turismo più sostenibile e responsabile
Tra gli obbiettivi della ristrutturazione della casa dell’agronomo troviamo, senza dubbio, il provare a trasformare l’isola di Pianosa un polo di attrazione per il turismo sostenibile e responsabile. Non è un caso se come punto di partenza per la salvaguardia e la conservazione dei beni immobili presenti sul territorio è stata scelta proprio la Casa dell’Agronomo. Essa è, infatti, simbolo fondamentale nella sua storia che ci racconta di una lunga convivenza tra uomo e natura. La residenza, infatti, ha ospitato bambini che oggi sono diventati grandi. Tra i presenti all’inaugurazione, le due figlie dell’Agronomo Petri, Giovanna Petri, 78 anni, e sua sorella Stefania, 74 anni, che ci raccontano il ricordo dell’isola, il carcere, la scuola, il cinema: il paese di quei tempi è ancora nitido nelle loro menti, collegato agli anni più belli della loro vita.
Museo della biodiversità dell’isola di Pianosa
Dopo tre anni di restauri finanziati dall’ente del Parco Nazionale Arcipelago Toscano la casa dell’Agronomo riapre i battenti diventando vetrina della biodiversità dell’isola. Oggi ospita, infatti, uno spazio espositivo dedicato alla storia e alle risorse naturalistiche del territorio. Ad accogliere i visitatori è proprio Ponticelli, l’allora direttore del carcere, che attraverso alcuni pannelli multimediali ripercorre la storia agricola di Pianosa e della sua colonia penale. Si prosegue, poi, ai piani superiori dove troviamo illustrate flora e fauna dell’isola. Una sala è dedicata interamente al Santuario Internazionale per la Protezione dei Mammiferi “PELAGOS”. E’, inoltre, allestita una postazione per il birdwatching dove possiamo ammirare le riproduzioni di esemplari avifauna e ascoltarne il canto. Concludiamo infine con un immersione virtuale che ci regala l’opportunità di esplorare i fondali marini.
Storia del carcere dell’isola di Pianosa
Era il 9 dicembre del 1858 quando veniva approvato il primo statuto d’istituzione della colonia penale sull’Isola di Pianosa, territorio ancora completamente disabitato. L’iniziativa sperimentale di Carlo Peri, soprintendente di tutte le carceri regionali, inviava sull’isola dell’Arcipelago Toscano già all’epoca detenuti scelti per essere impiegati nei lavori agricoli. Ma solo in seguito poi, con l’annessione al regno d’Italia del 1861, verrà istituita la colonia penale agricola che ne caratterizzerà poi gli ultimi 150 anni di storia.
Il mestiere dell’Agronomo ai tempi della colonia penale agricola
Per raccontare l‘inestimabile valore del ruolo che ricopriva l’Agronomo bisogna guardarsi indietro ai tempi in cui l’isola di Pianosa era una colonia penale agricola. Il sistema, all’avanguardia non solo in Italia ma in tutto il mondo, ospitava detenuti modello in semi libertà che potevano dedicarsi alle diverse attività agricole e di allevamento. Il primo a ricoprire questo ruolo fondamentale fu il siciliano Giacomo Cusumano. Fu lui, infatti, a dare l’assetto razionale delle produzioni e di tutte le attività colturali collegate, ritenendo il territorio Pianosino un ottimo potenziale in quanto molto simile alla sua terra di origine sia per clima che per vegetazione. Ma a perfezionarne la filosofia fu poi, in seguito, Agostino Petri. Rese, infatti, fondamentale il lavoro dei detenuti determinando così l‘indipendenza della colonia. Petri restò in carica per oltre quarant’anni stabilendo un record mai più eguagliato.
La casa dedicata all’Agronomo
L’abitazione viene edificata sotto la direzione di Ponticelli, che rimase direttore del carcere di Pianosa per oltre un decennio. La dimora rivela un elegante stile eclettico con elementi decorativi che ritroviamo anche in altri edifici del territorio come ad esempio il Forte Teglia o il Palazzo della Specola. Fu costruita principalmente con grandi blocchi di pietra locali e mattoni prodotti direttamente dalla fornace dell’isola. Si fecero diversi usi dello stabile. Inizialmente, infatti, ad essere ospitati erano gli addetti alle carceri e solo in seguito, poi, diventò residenza ufficiale dell’Agronomo.
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