In un mondo che cambia – dove la tutela della biodiversità è argomento sensibile e necessario – piccole, grandi realtà crescono e resistono. Storia, tradizione e tenacia: l’azienda San Rocco
dell’Isola di Capraia, produttrice di miele nella Riserva della Biosfera MAB Unesco, è portabandiera di questi valori.
“Ha avuto tutto origine da mio suocero”, racconta Roberta, titolare dell’azienda dal 2015. “La sua famiglia ha radici storiche sull’isola e lui era molto legato a questa identità. Il miele stesso era fiore all’occhiello dell’isola fin dai tempi di Napoleone. Nella Statistica redatta nel 1807 risulta che ci fossero molti più alveari che capre!”
L’azienda ha avuto riconoscimenti di qualità, nel corso del tempo, e continua a sognare, andando avanti.
“Non è facile. L’isola ti accoglie, ma devi sapere restare. In estate le nostre api superano i tre milioni di esemplari, e c’è da stare attenti: tutto deve essere in equilibrio con l’ambiente, inclusa la popolazione di api.”
Lavorando nell’azienda di famiglia, Roberta dedica anima e corpo a questa scelta di vita e racconta come tutto è iniziato, dopo la scomparsa del suocero:
“Facevo la pendolare da Verona, ero insegnante… e apicoltrice in Capraia nel fine settimana! Ma per un paio d’anni. Poi abbiamo deciso di rilanciare, prendere in mano l’apiario ereditato, ingrandirlo e investire tutto su questa realtà, farlo diventare un lavoro. Investire nell’isola – non per reddito, soprattutto agli inizi, ma perché ci pareva un grande valore, in un’ottica di sostenibilità. L’apicoltura a Capraia può essere ed è un’attività elettiva: macchia mediterranea, biologico, orticoltura famigliare… è un luogo di eccellenza per le api. È un’identità.”
L’azienda San Rocco, nel 2019, ha partecipato a un bando MAB Unesco con il progetto Api, fiori e miele. Il sostegno ricevuto ha permesso, in un’ottica di connessione fra uomo e biosfera, di avviare brevi corsi sensoriali con l’aiuto di un’esperta e un tour di assaggio delle diverse qualità del miele di macchia. In più, alcuni apicoltori toscani hanno scelto l’ambiente isolano come base per la riproduzione di un particolare genoma di regine:
“Sarebbe bello proseguire su questa strada: corsi di formazione, di avviamento all’apicoltura, diventando punto di riferimento.”
Nell’isola che, in primavera, si riempie di colori e profumi stordenti, l’azienda ha radici solide e tanta tenacia. Molte persone sono passate, in questi anni, per un periodo di lavoro, ma da pochi mesi a San Rocco si è unito Lorenzo, trent’anni e il desiderio di creare valore sull’isola.
“Sono nuovo, sono arrivato da poco, ma mi ha accolto un’energia incredibile. Quest’isola ha un potenziale meraviglioso. Mi sono formato in architettura, ho fatto i lavori più disparati, ma continuavo a chiedermi: ‘Cosa vuoi fare nella vita?’. Sono capitato qui e ho capito che voglio restare, mettendo al centro non un lavoro, ma un luogo. Prima, però, mi sono dovuto chiedere: di cosa ha bisogno l’isola, in questo momento? Mi hanno presentato a Roberta ed è nata questa collaborazione, un percorso di lavoro”.
Quello che Lorenzo vorrebbe portare come contributo all’isola è in ambito formativo.
“Capraia ha bisogno di tutto, tutte le competenze sono necessarie e utili. Investire sulla formazione a contatto stretto con la realtà dell’isola è un valore.”
Rimboccarsi le maniche e imparare mestieri antichi, puntando alla condivisione dei saperi: uomo e biosfera.
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Foto: Roberta Bonomo