La zonizzazione della Riserva della Biosfera
La Riserva della Biosfera Isole di Toscana ha un grandezza complessiva di 1.079.540ha, di cui 28.929ha di terra e 150.611ha di territorio marino.
Aree core
Le aree core della Riserva della Biosfera ricadono all’interno di zone terrestri e marine a tutela integrale del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, che ne garantiscono la conservazione della biodiversità.
Le aree core sono destinate alla conservazione dell’ambiente naturale nella sua integrità. Tale regime di conservazione include tutti gli interventi attivi per restaurare e/o mantenere condizioni di integrità di tutta la biodiversità o di alcune sue componenti particolarmente preziose. Nella Riserva della Biosfera dell’Arcipelago Toscano assume inoltre particolare valore la conservazione del paesaggio (e quindi delle sue componenti biotiche e abiotiche).
Queste zone sono comunque accessibili al visitatore purché l’accesso sia limitato alla sentieristica esistente, alle aree di sosta specificamente designate, ai percorsi subacquei identificati. L’accesso dei visitatori potrà avvenire con tempi e modi programmati e con il supporto di personale appositamente delegato dal Parco. Inoltre saranno permesse le attività autorizzate o realizzate dall’Ente Parco per il mantenimento/restauro del paesaggio e dei sistemi naturali.
L'area core della Riserva della Biosfera misura 5.807ha, di cui il 51% a terra, mentre il restante a mare.
Aree buffer
Nella aree buffer è in larga parte vietato costruire nuove opere edilizie, ampliare costruzioni esistenti ed eseguire opere di trasformazione del territorio. Vengono consentite le utilizzazioni produttive tradizionali (quando non sono in contrasto con gli indirizzi di conservazione del Parco Nazionale) da parte delle popolazioni locali. Viene autorizzata la realizzazione di infrastrutture strettamente necessarie alla conduzione delle attività agricole tradizionali. Possono essere permessi interventi di gestione delle risorse naturali come la regolazione delle popolazioni animali in esubero o delle specie animali e vegetali invasive e aliene, ed interventi di manutenzione delle opere esistenti, specificatamente autorizzati dall’Ente Parco.
Localmente il regime di tutela è limitato alla conservazione e valorizzazione degli usi agricoli tradizionali. Sono state individuate a partire dai caratteri paesistici e culturali legati alle specificità dei modelli di coltivazione compatibili con la presenza di emergenze naturali e culturali. Su tali aree sono ammessi gli interventi trasformativi legati alle sole attività agro-silvo-pastorali. Vanno inoltre conservati gli elementi caratterizzanti la struttura paesistica quali i terrazzamenti, gli elementi della rete ecologica minuta (nuclei arborei, filari, singoli alberi monumentali, cespuglieti, siepi), nonché la valorizzazione dei prodotti locali di qualità.
Le aree buffer sono interessate da un’ampia sentieristica e sono la meta privilegiata per le attività educative, in particolare l’educazione alla sostenibilità (anche con iniziative volte a coinvolgere la popolazione nella manutenzione e cura del territorio) e alla biodiversità.
L'area buffer misura 79.990ha, di cui 14.913ha di terra e 58.077ha di mare.
Aree transition
Il territorio dell’Arcipelago è un territorio vocato al turismo: anche le attività agricole, la pesca, le attività produttive sono largamente influenzate dalla domanda di beni a supporto dei frequentatori delle isole. Il territorio edificabile è, per i medesimi motivi, ridotto. Questo ha portato naturalmente le aree urbanizzate ad estendersi solo sulle isole maggiori sia in epoca storica (per la necessità di approvvigionarsi di risorse, in particolare l’acqua), sia in tempi recenti (per poter garantire un numero adeguato di servizi).
Le funzioni di sviluppo sono quindi focalizzate nei centri abitati e attuate, nel periodo di ridotta frequentazione turistica, nei confronti di una popolazione residente che supera di poco le 34.000 unità. Le funzioni di sviluppo della Riserva cambiano e si estendono maggiormente nel periodo estivo, dove il numero di residenti viene ampiamente superato dal numero di turisti. Le funzioni di sviluppo sono svolte principalmente dagli Enti Territoriali, dagli operatori economici e dal Parco Nazionale. Sono presenti anche molte associazioni e ONG, locali e nazionali, che operano sul territorio per promuovere eventi culturali e di educazione alla sostenibilità. Tutti questi soggetti svolgono le loro attività principalmente nei centri abitati delle isole maggiori (Elba, Giglio, Capraia) e, attraverso i porti, raggiungono (o permettono di raggiungere) gran parte dell’Arcipelago. I porti in particolare giocano in questo ambito un ruolo principale in quanto essi costituiscono luoghi di accesso privilegiati all’intera Riserva della Biosfera, punti di scambio economico e culturale, punto di rifornimento e ristoro, poli di attrazione per le attività rivolte ai turisti, punti di approdo per traghetti e collegamento con la terraferma.
Infine, l’area di transizione risulta essere la porzione di territorio dove è possibile sperimentare strategie di sviluppo e di educazione rivolta ad un ampio spettro di fruitori: dai residenti ai turisti, dagli operatori turistici alle attività produttive. Avvolgendole, essa consente inoltre l’accesso alle aree “serbatoio” della biodiversità: le aree tampone e buffer.
L'area transition è di 1.000.744ha, quasi totalmente di territorio a mare (circa il 99%).
Vedi il dettaglio delle zonizzazioni per ciascuna isola: