Cosa si può vedere nella Riserva della Biosfera Isole di Toscana? La Somareria dell’Elba e il piccolo museo “C’era una volta un’isola”, dove gli asini si fermano con il soffio! Nella giornata di venerdì 21 maggio, il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, in occasione del Walking festival ha organizzato una visita alla Somareria dell’Elba di Luca Giusti.
Cos’è la Somareria dell’Elba?
Luca Giusti è una guida ambientale del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. Nel 2010 apre la Somareria dell’Elba, luogo nel quale Luca, insieme alle sue somare Ambra, Titina, Giulia e Rosina, ci porta alla riscoperta dei luoghi e delle tradizioni contadine dell’isola, ormai lontane nel tempo.
Il piccolo museo “C’era una volta un isola”
La visita inizia nel giardino di casa di Luca, che con dei cartelli illustrativi ci presenta subito le caratteristiche e gli habitat della fauna autoctona e di quella alloctona della riserva della biosfera, facendo intuire che è l’uomo ad essere ospite della natura e non viceversa. La visita prosegue al piccolo museo “C’era una volta una isola” dove Luca nel tempo ha collezionato quelli che erano gli attrezzi utilizzati quotidianamente nelle case, dai contadini e dai pastori che una volta lavoravano queste terre. Nel museo Luca racconta la storia di questa terra e di come l’asino ne sia il protagonista. Inoltre, grazie alla galleria di foto è possibile vedere quella che era la vita dei contadini dell’Isola d’Elba e anche come e quanto il paesaggio dell’Isola sia cambiato da allora.
L’escursione
Conclusa la visita al museo ci spostiamo al recinto dove ad aspettarci troviamo Ambra, Titina, Giulia e Rosina le asine di Luca, che sono impazienti di essere strigliate e pettinate. Luca ci spiega come comportarci con gli animali e ci apre le porte del recinto, armati di spazzole grandi e piccini si danno da fare. Gli asini in questo periodo perdo molto pelo in vista della stagione estiva, i peli persi sono utilizzati dagli uccelli per fare i nidi, mentre il letame diventa nutriente per l’orto di Luca; qui, proprio come una volta, non si spreca niente. Preparati gli asini e dopo una breve lezione su come si conducono siamo pronti a partire per l’escursione; saranno Ambra e Titina, che sono le più mansuete, ad accompagnarci. Ci incamminiamo con i somari alla lunghina che ci portano a spasso al grido di laaa!!
Gli asini partono, ma per poco, perché sono golosi di erba e come dice Luca “con gli asini si può dire quando si parte ma non si può sapere quando si torna, il viaggio è una incognita”. Da una situazione antropizzata gli asini piano piano ci guidano nella tipica vegetazione della macchia mediterranea e man mano che ci addentriamo il bosco di lecci prende forma: qui la vegetazione ha ripreso il possesso di quelle che una volta erano vigne e orti. Mentre i lecci e le sughere ci riparano dal sole, lungo il sentiero incontriamo corbezzoli, eriche e mirti e tante altre piante tipiche della flora dell’Isola. A testimonianza del passato agricolo di questa terra troviamo i muri di sassi coperti dal muschio che un tempo servivano a terrazzare il terreno. Le soste vengono dettate dagli asini che durante il percorso non si fanno scappare un boccone di erba fresca, e come ci ricorda Luca “quando si cammina con il somaro chi ha furia si avvia, perché loro non vengono”. La lenta camminata però ci permettere di cogliere tutti i suoni e gli odori che ci offre la natura e di poterne ammirare i suoi straordinari paesaggi. Lasciandoci alle spalle la macchia mediterranea ci addentriamo nel bosco di lecci dove gli asini ci guidano nella natura e anche nel viaggio del tempo che stiamo compiendo, perché dove ora salgono ilecci un tempo c’erano le vigne e mentre prima gli asini venivano caricati di uva ora sono privi di carico e ci fanno da guida in questo viaggio, presentandoci la Riserva della Biosfera in tutta la sua evoluzione.
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