Il 22 luglio 2021 il Parco Nazionale Arcipelago Toscano ha compiuto 25 anni, un traguardo di grande rilevanza per le sette isole e anche per la Riserva della Biosfera Isole di Toscana, perchè il Parco ne è il coordinatore. Una settimana di celebrazioni ha coinvolto tutte le isole con inaugurazione di punti di informazione turistica, mostre e musei: una vera e propria festa, raccontata per la redazione di Young reporter da Viola Viteritti.
Dopo aver fatto tappa all’Isola del Giglio, con la presentazione del nuovo punto informativo a Giglio Porto, e all’Isola d’Elba, dove è stata inaugurata la mostra di Giorgio Roster, il 23 luglio l’Ente Parco è sbarcato a Capraia. Occasioni, queste, che hanno dato spazio a conferenze, presentazione del Bilancio di Sostenibilità 2017-2020 e, soprattutto, all’arte e al a valore storico della Riserva della Biosfera Isole di Toscana: non solo meta di turismo – un turismo sempre più intelligente e consapevole – ma anche depositaria di grandi testimonianze archeologiche, ignote ai più.
Isole di natura antica
La giornata si è aperta con la presentazione delle attività a cura di Mariella Ugolini, guida del Parco, e con il raggiungimento della Chiesa di Sant’Antonio, parte del complesso architettonico seicentesco di San Francesco. La chiesa, che ha già visto la restaurazione della facciata, dallo scorso anno ospita una mostra archeologica, costruita e voluta con pazienza e fatica, e che quest’anno si è ingrandita. Lo scopo, la creazione di un vero e proprio museo archeologico del mare, progetto per anni inseguito e sognato.
Ambiente sconsacrato, e perciò laico, nella giornata celebrativa del Parco la chiesa ha dato voce alla sindaca dell’isola, Marida Bessi, e al Presidente del Parco, Giampiero Sammuri. In evidenza, i traguardi ottenuti in questi primi venticinque anni, a sottolineare la rotta intrapresa, sostenibile e consapevole: ecco che viene citato anche il riconoscimento MAB UNESCO alle Isole di Toscana, patrimonio da proteggere, tutelare e conoscere.
La dott.ssa Lorella Alderighi (Funzionario archeologo presso la Soprintendenza archeologia, Belle arti e paesaggio per le Provincie di Pisa e Livorno) ha presentato la mostra archeologica “La Venere, il guerriero e altre storie di archeologia capraiese”. Capraia mette in luce, così, la sua profonda antichità. Territorio di frontiera e perciò di conquista, avamposto e insieme isola dimenticata, porto di mare e di rifugio, è stata meta delle navigazioni di etruschi e romani, è stata sotto la giurisdizione pisana, poi genovese, e sede principale suo malgrado delle incursioni del pirata Dragut. Si potrebbe parlare per giorni delle vicende storiche che l’hanno vista protagonista, secondo una storia considerata “minore” ma che, in realtà, è figlia legittima della Grande Storia.
Anfore di età romana, rinvenute nei fondali dell’isola e raccolte adesso nel museo; suppellettili e utensili romani, rivenuti in antichi relitti; ma non solo: i suggestivi resti di un guerriero antico e dei suoi tesori (una fibula preziosa, una spatha), ancora misteriosi sotto molti punti di vista. La teoria più accreditata è che si tratti di un guerriero della Gallia, dell’esercito di Avito, caduto in battaglia nella guerra di Corsica del 456 a. C. Un soldato imperiale, probabilmente di rango, sepolto in Capraia quale terra più vicina e ritrovato nel 1988 con gli scavi per il piazzamento di cavi telefonici. Un’anfora, accanto alla sepoltura del guerriero, tagliata a metà: conteneva altri resti, un modo non inusuale di seppellire i caduti.
Un ritorno commovente: la Venere Dussol
E poi, la protagonista dell’occasione, un ritorno commovente: la Venere Dussol, busto acefalo di Venere bagnante – che prende il nome dalla famiglia capraiese che l’ha custodita fino a oggi, dopo un altro ritrovamento casuale, per scavi di natura utilistica.
Un busto marmoreo che, per la nudità frontale, rivela la sua natura tardo-repubblicana. È vestita sul retro, che è abbozzato, in confronto al naturalismo del nudo frontale. Ciò ha dato vita a una nuova interpretazione sulla natura della chiesina dell’Assunta (XI secolo), nata sulle fondamenta di una villa maritima, nel vado del porto. I resti di bassorilievi e di suppellettili trovati in quella sede, insieme alla Venere stessa, fanno pensare a una stazione termale di ristoro per i naviganti. La Venere è nata per stare in una nicchia, cui i commercianti e i marinai di passaggio facevano offerte. Una Venere non pudica, ma esuberante, giovane, per un porto di mare con infrastrutture termali e di scambio commerciale.
Capraia si rivela, così, importante crocevia del mondo antico, nel passaggio dei commerci e delle tratte verso la Corsica o l’Iberia.
La mostra è piccola, ma ricca. Crescerà ancora di più nei prossimi anni. Per adesso, è il simbolo dei passi avanti nella valorizzazione delle Isole di Toscana e della loro storia umana.
Nel frattempo, finita la stagione estiva, sono iniziati i nuovi lavori di restauro del complesso architettonico, con focus sul chiostro adiacente alla chiesa. La mostra, temporaneamente chiusa per la fine della stagione estiva, potrebbe riaprire i battenti fra la fine di ottobre e l’inizio di novembre: consigliamo di consultare il sito della ProLoco per aggiornamenti in tempo reale.